HOME - NUTRIZIONE

OLIO DI SEMI DI MAIS

Quali sono i benefici, è dietetico e serve a curare tante patologie.

Tra i numerosi alimenti sperimentati allo scopo di somministrare un'alta quantità di acidi grassi polinsaturi, e soprattutto di acido linoleico, l'olio di mais risulta uno dei più idonei.

Grazie al suo alto contenuto di acido linoleico (almeno il 56%), esso permette di realizzare in pratica l'apporto del 10% delle calorie totali con un'ingestione limitata di olio. Con altri oli, contenenti la metà o un quarto di acido linoleico rispetto all'olio di mais, le quantità di olio da ingerire nella dieta sarebbero eccessive. Inoltre le sue caratteristiche organolettiche sono tali da renderne piacevole l'uso.

L'olio di semi di mais Cuore, introdotto in Italia circa 30 anni, è stato il primo olio dietetico ad alto tenore di acidi grassi polinsaturi. La sua composizione media in acidi grassi corrisponde a quella delle varietà di mais a più alto contenuto di acido linoleico.

• acido palmitico 12,00%
• acido palmitoleico 0,20%
• acido stearico 2,00%
• acido oleico 28,00%
• acido linoleico 56,00%
• acido linolenico 0,91%
• acido arachico 0,45%
• acido eicosenoico 0,32%
• acido been i co 0,12%

Una preparazione particolarmente accurata del prodotto garantisce che almeno il 99% dell'acido linoleico presente si trova nella formula stereoisomera cis cis (quella

biologicamente attiva) e che vi sono presenti almeno 100 mg/100 g di tocoferoli naturali, che svolgono un'azione antiossidante «in vitro». Inoltre viene garantita la presenza di almeno il 65% dell'acido linoleico nella posizione 2 della molecola trigliceridica. L'olio dietetico di mais Cuore è additivato di vitamine.
VITAMINA E: 60 mg/100 g. Essa svolge un'azione particolarmente importante di protezione «in vivo» degli acidi grassi polinsaturi, sia dell'acido linoleico introdotto con l'assunzione dell'olio, sia degli acidi grassi altamente insaturi da esso derivanti mediante processi.

IMPORTANZA BIOLOGICA DEGLI ACIDI GRASSI POLINSATURI

II più importante acido grasso polinsaturo presente negli alimenti è l'acido linoleico (18:2 cis cis A 9, 12). Non viene sintetizzato dal corpo umano e pertanto viene definito come acido grasso essenziale. La dieta ricca in acido linoleico

aumenta la fluidità delle LDL senza modificare la fluidità di VLDL e HDL: ciò è legato a una maggior presenza di linoleico nei fosfolipidi delle LDL. La maggiore fluidità di membrana modifica la struttura apoproteica delle LDL e favorisce la loro

interazione con i recettori cellulari (6). Esso costituisce inoltre il punto di partenza per la sintesi delle prostaglandine, mediatori chimici essenziali della motilità vascolare e delle funzioni del cuore, delle piastrine e del tessuto adiposo.

NELLA IPERCOLESTEROLEMIA

Tutti i dati epidemiologici, come pure gli esperimenti su animali, sono concordi nell'indicare che un alto livello di colesterolo ematico gioca un ruolo essenziale nell'aterogenesi, anche se non ne costituisce l'unico fattore.
Un aumento nella assunzione di acidi grassi polinsaturi provoca una riduzione dei livelli di

colesterolo e della lipemia totale attraverso la modificazione strutturale dei complessi lipoproteici circolanti (variazione del rapporto tra le lipoproteine ad alta densità - HDL - e quelle a bassa densità - LDL) e dei prodotti di esterificazione del colesterolo. Anche la parte proteica della

classe lipoproteica LDL (apo-B) subisce una riduzione a seguito di una dieta ricca di polinsaturi (7 e 8). La riduzione di apo-B sarebbe legata a una ridotta sintesi di LDL (9). Non vi sono invece sostanziali variazioni dei livelli di apo-A-( (la principale proteina delle HDL); il che comporta un più favorevole rapporto apo-B/apo-Aì (10).

NEL DIABETE


Alti livelli di acido linoleico nella dieta non solo riducono il colesterolo ed i trigliceridi ematici, ma migliorano anche l'utilizzazione del glucosio e la

risposta insulinica in soggetti diabetici. Tali effetti sono attribuiti ad una aumentata sintesi delle prostaglandine, con

conseguente migliorata risposta cellulare all'insulina. L'acido linoleico ha inoltre un effetto di. riduzione della microangiopatia diabetica.

NELLE MALATTIE CARDIOVASCOLARI

E noto che l'incidenza delle malattie cardiovascolari di tipo arteriosclerotico nei Paesi ad alto tenore di vita è correlata ad una eccessiva alimentazione e soprattutto ad una dieta troppo ricca di grassi saturi e di colesterolo.
I grassi polinsaturi svolgono una azione antiaterogena non correlata unicamente al loro potere ipocolesterolemizzante. In conigli tenuti in un regime di colesterolemia controllata, che non determinava modificazioni delle classi lipoproteiche (VLDL, LDL, HDL), la concentrazione di colesterolo nella parete aortica è diminuita quando le cavie

venivano alimentate con olio di mais (1).
È verosimile che l'effetto antiaterogeno diretto esercitato dall'olio di mais sulla parete aortica sia dovuto a una maggiore produzione di prostaciclina da parte dello endotelio (2).
Soggetti che si ammalano di angina pectoris o di infarto miocardico hanno un più basso contenuto di acido linoleico nel tessuto adiposo e minori quantità di eicosapentaenoico nelle piastrine. Questi effetti sono del tutto indipendenti dal comportamento dei più comuni fattori di rischio (3).

In animali di laboratorio sottoposti ad ischemia sperimentale la incidenza di fibrillazione ventricolare è tanto minore quanto più la dieta è ricca di acido linoleico. Gli episodi di fibrillazione non sono invece modificati dai monoinsaturi e aumentano con una dieta ricca di saturi (stearico e pai mitico) (4).
Gli effetti dell'acido linoleico sono particolarmente evidenti quando il suo apporto nella dieta supera il 12% delle calorie, il che corrisponde ad un consumo medio di circa 30 grammi di acido linoleico al giorno per un soggetto adulto.

NELLA AGGREGAZIONE PIASTRINICA

L'aumento della tendenza delle piastrine circolanti ad aggregarsi è responsabile della formazione di trombi arteriosi, processo che costituisce una delle principali cause di morte in soggetti affetti da lesioni aterosclerotiche vascolari. L'aggregazione piastrinica è stata studiata sia «in vitro» che «in vivo»: le ricerche

hanno dimostrato che i grassi saturi l'aumentano mentre i polinsaturi, ed in particolare l'acido linoleico, la riducono. L'assunzione nel Nord-Karelia (Finlandia) di una dieta di tipo mediterraneo con elevato rapporto polinsaturi/saturi (da 0,15 a 1,2) ha determinato una riduzione nella produzione

piastrinica di trombossano B2. L'adozione nel Sud Italia di una dieta di tipo finlandese ha prodotto il fenomeno inverso. L'effetto favorevole indotto dai polinsaturi nella produzione di trombossano può indicare uno dei meccanismi con cui si esercita l'azione antitrombotica dei polinsaturi (11).

nim

Archivio articoli Nim

Gli articoli di nuova italia medica



Ricevi i nostri feed, clicca qui


NUOVAITALIAMEDICA CONSIGLIA DI VISITARE: