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LA TERAPIA SCLEROSANTE

La sclerosi delle varici, introdotta da Sicard nel 1920, viene eseguita con diversi prodotti, dalla glicerina cromica allo iodio, in concentrazioni diverse, dalle quali dipende l'entità della reazione sclerosante.

LA REAZIONE SCLEROSANTE: La sclerosi determina una fibrosi parietale, senza infiammazione, con retrazione tissutale, diminuzione del calibro, e spesso anche formazione di un trombo che può organizzarsi in fibrosi e completare la reazione fibrotica iniziale, o ripermearsi.
Diversi fattori
La qualità della sclerosi dipende da un certo numero di fattori:
• la topografia delle varici;
• la topografia del riflusso;
• il calibro delle varici (fig. 4).
Con un dosaggio adatto, quindi, la sclerosi può determinare la fibrosi completa sia dei piccoli che dei grossi tronchi venosi, e il rischio non è tanto rappresentato dalla migrazione del trombo quanto dalla ripermeazione ulteriore dello stesso.
INDICAZIONI E CONTROINDICAZIONI
Varici essenziali della safena interna
La sclerosi della safena interna presenta i suoi limiti. Il calibro deve essere inferiore a 9 mm; oltre tale diametro è difficile ottenere una reazione efficace e duratura.
Riflusso su valvole integre
È possibile che si verifichi il fenomeno del riflusso malgrado vi siano valvole integre: una giunzione sa-feno-femorale può essere incontinente non per insufficienza valvolare ma per dilatazione preesistente. Questo fenomeno lo si può riscontrare nella giovane donna in gravidanza o all'inizio della malattia varicosa, definita "insufficienza venosa parossistica transitoria".
In queste condizioni la terapia sclerosante è soddisfacente in quasi il 100% dei casi. Infatti si ottiene, o una semplice riduzione del calibro - che permette di ristabilire un flusso in senso fisiologico senza riflusso - o una trombosi totale.

Riflusso con distruzione valvolare
II risultato terapeutico in questo caso non raggiunge che il 75%, solamente dopo che si è ottenuta una fibrosi.
• Per quanto riguarda le safene esterne non vi sono limiti alla sclerosi. In caso di fallimento, invece, bisogna ricorrere ad un intervento chirurgico risolutivo. • Le perforanti, infine, possono essere sclerosate completamente, quale sia il livello, purché si usino prodotti ad alta concentrazione ma adatti, come il lugol coadiuvato da una fasciatura.

Controindicazioni
Al contrario, la sclerosi non è consigliabile nelle grandi ed estese varici se prima non è stato eliminato, con l'intervento chirurgico, il riflusso dell'ostio; nelle recidive a lungo termine, dopo sclerosi, con un calibro venoso che superi i limiti accettabili, può essere giustificato l'intervento chirurgico.
ESITI A DISTANZA
II futuro del trombo ottenuto con la sclerosi è incer
to. Nessuno può dire se esso in un secondo tempo
si organizzerà o si ripermeerà, determinando quindi
la recidiva delle varici. Al contrario, la fibrosi è irre
versibile e porta ad una eliminazione completa e de
finitiva del riflusso. Si ottiene quindi una reazione
ideale quando, dopo sclerosi della safena, il riflusso
viene completamente eliminato, mentre viene ri
spettato il segmento a valle della safena (fig. 5, 6).
La fibrosi "a cordicella" da luogo ad un ispessi
mento parietale che riduce drasticamente il calibro
venoso, senza la formazione di un trombo intralu
minale.

Sclerosare una safena di 13-15 mm di diametro, a quest'età, non è indenne da pericoli. In questi casi è interessante la crioterapia: la degenza a letto è breve, non superando le 24 ore, e non si deve effettuare anestesia generale (anestesia locale più un farmaco neurolettico-analgesico blando).
La richiesta del paziente
Alcuni soggetti non vogliono essere anestetizzati, vedersi immobilizzati da una sospensione del lavoro, essere ricoverati in ospedale. "La scleroterapia può tutto": in questo caso è un'asserzione giustificata, poiché dopo crossecto-mia e crioterapia, le possibili recidive rispondono perfettamente ad una sclerosi lieve e senza rischio.
I RISULTATI
Sono in genere molto buoni. Presso l'ospedale francese La Varenne St. Hilaire, ad esempio, dopo tre anni nessuno dei 500 pazienti trattati con criotera-

pia ha dovuto sottoporsi ad intervento chirurgico. Tuttavia, si osservano complicanze:
• l'infiammazione del percorso della safena, cor
done duro e infiammato che compare soprattutto
nelle grandi safene; una fasciatura adatta e farmaci
antinfiammatori possono evitarlo, così come ovvia
mente una buona indicazione iniziale;
• le parestesie compaiono soprattutto se si scende
al di sotto del terzo superiore della coscia nel caso
della safena interna, e nel terzo inferiore della gam
ba per la safena esterna;
• le teleangiectasie compaiono talvolta, e sono do
vute probabilmente al tipo di tessuto vascolare; re
grediscono rapidamente dopo un trattamento con
microsclerosi;
• la recidiva non rappresenterà mai un grosso pro
blema per il flebologo che segue da vicino il suo pa
ziente (non esiste più crosse e la parete venosa è di
strutta); la scleroterapia complementare ristabilirà
la situazione.


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