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VACCHE PAZZE E NORME INCERTE

La qualità e la sicurezza di ciò che mangiamo sono troppo importanti per rimanere nell'incertezza e nella disorganizzazione. Le proposte dei medici europei per uscire dall'impasse.

I casi recenti hanno mostrato forti carenze nell'integrazione comunitaria su questo aspetto cruciale. I diversi paesi dell'Unione hanno diverse norme sull'allevamento del bestiame, sui controlli sanitari da effettuare, sui ruoli e i compiti dei medici incaricati di vigilare sulla sicurezza alimentare. A tutto ciò va aggiunto che le attività dei medici non sono inquadrate allo stesso modo negli Stati membri, dipendendo da ministeri diversi, con diverse articolazioni territoriali (nazionali o locali) e diversi inquadramenti professionali (i medici possono essere funzionari, dipendenti, professionisti convenzionati o consulenti)
INTEGRARE I CONTROLLI
Tutto ciò, e lo si è visto con la Bse, non contribuisce certo a raggiungere i livelli auspicabili, di sicurezza alimentare nell'Unione, tanto da far insorgere tensioni e fomentare accuse reciproche tra gli Stati, fino a portare a decisioni unilaterali di messa al bando dei prodotti agroalimentari di singolo paesi.
Per questo diventa necessario compiere uno sforzo di integrazione dei controlli, creando un'autorità europea che analizzi e gestisca il rischio alimentare, in modo da offrire il massimo profilo di sicurezza e la massima uniformità possibile.
Non essendo raggiungibile il rischio zero negli allevamenti e nella produzione agricola alimentare, diventa di importanza primaria che i medici, integrati in équipe tecniche e scientifiche, partecipino direttamente alle indagini epidemiologiche, agli studi sulle tolleranze delle linee guida di prevenzione e terapia, in uno spirito di sanità pubblica e non di pura e semplice certificazione.
IL RUOLO DEI MEDICI
Il Comitato permanente dei medici europei raccomanda perciò che in avvenire i medici incaricati della sicurezza alimentare o comunque coinvolti nella nutrizione possano partecipare in équipe all'analisi e alla riduzione del rischio, dare il loro contributo di esperti nella gestione di questi rischi ed essere partner nell'elaborazione di informazioni chiare e responsabili sull'alimentazione.
Quest'ultimo punto, del resto, è particolarmente significativo, dato che spesso su temi così sensibili è facile lasciare il campo ad allarmismi eccessivi e furori ingiustificati, fino a radicare nel pubblico la convinzione che piccoli allevamenti all'antica diamo un profilo di sicurezza migliore degli stabilimenti controllati in cui oggi si producono la maggior parte di ciò che finisce sulle tavole dei cittadini.
Va ricordato, infatti, che complessivamente il cibo in Europa oggi è più sicuro che in passato, portando ad una drastica riduzione delle infezioni alimentari e di molte patologie.
LA PROPOSTA DEL CPE
Infine, il Cpe propone di riconoscere uno statuto che assicuri l'indipendenza morale e tecnica dei medici coinvolti su questi temi, ne certifichi la preparazione e ne definisca il contributo nella comunicazione al pubblico; che i temi della nutrizione, dei rischi alimentari e delle condotte da tenere siano integrati nella formazione continua dei medici europei e nella loro preparazione iniziale; che si prevedano dei legami stretti tra le istituzioni europee, presenti e future, incaricate di questi temi.


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