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ABRASIONE: perdita di sostanza epidermica (quindi superficiale) che
guarisce senza lasciare tracce cicatriziali. Sinonimo: erosione.
ACNE: con il termine di «acne volgare» si qualifica un'affezione cutanea
assai diffusa, caratterizzata dall'ipertrofia (od aumento volumetrico) delle
ghiandole sebacee, complicata da infezione del follicolo omonimo (follicolite).
La prima porta alla costituzione di microcisti chiuse ed al comedone (o «punto
nero») in superficie; la seconda è sostenuta soprattutto dalla virulentazione di
un batterio - il Corynebacterium acnes - la cui attività riproduttiva determina
la liberazione in loco di forti quantità di acidi grassi irritanti la struttura
follicolare. L'ipertrofia della ghiandola sebacea sembra sia la conseguenza di
un eccesso ormonale, che interesserebbe soprattutto il gruppo degli androgeni,
all'epoca della pubertà.
Ne esistono diverse varianti, come:
a) Acne papulo-pustolosa: è fra le più frequenti e costituisce una
complicanza (od uno stadio evolutivo) di quella volgare microcistica e
comedonica appena descritta. Si associa costantemente a seborrea e presenta
elementi papulo-infiammatori rossi e prominenti, misti ad altri francamente
pustolosi, con punto bianco centrale.
b) Acne tuberosa: fortunatamente più rara, è una forma più grave rispetto
alla precedente e si manifesta soprattutto nei ragazzi con la presenza di grosse
tumefazioni rosse, di aspetto decisamente infiammatorio, che gonfiano la fronte,
le zone laterali delle guance e la parte superiore del dorso; spesso si
rinvengono nelle stesse zone anche cisti sebacee c) Acne cicatriziale: è la
conseguenza della cessazione della fase florida di manifestazioni acneiche
pregresse. Appare, per solito, o come piccole depressioni circolari ben
delimitate, o come larghe cicatrici a cuscinetto, anch'esse depresse d) Acne
cheloidea: tipica delle persone anziane, specie se con collo corto e tozzo,
compare soprattutto alla nuca come conseguenza frequente della forma
papulo-pustolosa, per la confluenza di diverse cicatrici dure e rilevate.
Molto di recente (1986) un gruppo di
specialisti della scuola dermatologica dell'Università di Torino è riuscito a
dimostrare la grande utilità - nel trattamento delle forme acneiche anche di
rilevante entità - dell'applicazione quotidiana, per via epicutanea, di un
prodotto avente caratteristiche biologiche antiandrogene, lo spironolattone. In
tal modo si è potuto anche dimostrare l'androgeno-dipendenza sia dell'acne che
della seborrea in entrambi i sessi.
ACNE ROSACEA: è un'affezione completamente diversa da quella volgare,
presente soprattutto nelle donne al di sopra dei 40 anni. Compare con un
arrossamento, dapprima a crisi periodiche, e poi stabile del viso («eritrosi»),
associato a micromanifestazioni vascolari sottocutanee di tipo vasodilatatorio
permanente («teleangectasie»), su cui si innestano fenomeni papulo-pustolosi che
evolvono a poussées, scatenate soprattutto dal freddo, da alimentazione
scorretta o da stress emozionali.
ACROCIANOSI: colorazione simmetrica bluastra delle estremità accompagnata
da senso di freddo ed abbondante sudorazione.
ACROMIE: così si definiscono alterazioni
in seguito alle quali viene a mancare - in zone cutanee per lo più ristrette -
la normale pigmentazione. Si distinguono in: forme acquisite, fra cui la più
frequente è costituita dalla vitiligine, e forme congenite, la più comune delle
quali è il noto «albinismo».
ALOPECIA: diffusa alterazione del capillizio che si manifesta con la
comparsa rapida di chiazze più o meno rotondeggianti, singole o multiple, in cui
scompaiono i capelli, tanto per caduta quanto per mancata riproduzione di nuovi,
da inattività dei bulbi. Sarebbe più corretto parlare di «alopecie», in quanto
si tratta di forme diverse, soprattutto in relazione al loro momento causale.
Così abbiamo:
a) Alopecia infettiva come conseguenza di malattia infettiva (tifo)
b) Alopecia medicamentosa: compare nei soggetti che sono stati sottoposti
a trattamento chemioterapico antitumorale, ma anche in coloro che eseguono per
lunghi tempi terapie anticoagulanti o per l'abbassamento del tasso di
colesterolo e dell'attività tiroidea; ma anche in coloro che fanno uso di
prodotti anoressizzanti (riduttori dell'appetito) nel corso di cure dimagranti.
c) Alopecia traumatica: dopo un intervento chirurgico, ma anche come
conseguenza del parto (dopo 2-3 mesi) o di forti shock psico-affettivi
d) Alopecia areata (detta anche «area Celsi»): è la forma forse più
comune e diffusa; si tratta di un'alopecia funzionale in cui la crescita dei
capelli viene inibita da fattori diversi (predisposizione familiare, disordini
ormonali, processi infettivi ad andamento cronico sia a carico dell'orecchio che
dei denti, disturbi psico-somatici), senza lesioni irreversibili del bulbo. Può
avere estensione relativamente limitata (alopecia decalvante parziale) od
interessante l'intero capillizio (alopecia deca/vante totale)
e) Alopecia seborroica: inferiore per diffusione solo alla forma
precedente, è una varietà in cui però la caduta dei capelli, sottili e fragili
di per se stessi, è condizionata e favorita dalla presenza di eccessiva (e
qualitativamente anomala) secrezione sebacea del cuoio capelluto; si accompagna
per lo più anche a desquamazione forforale (la cosiddetta «forfora grassa»).
ANGIOMA: è un piccolo tumore benigno dei vasi sottocutanei che può
assumere aspetti diversi; così si distinguono:
a) Angiomi piani: macchie rosso-vinose appiattite e di diversa
estensione, corrispondenti a semplici dilatazioni dei vasi del derma
b) Angiomi piani mediani: molto frequenti nei neonati sulla parte
centrale del viso e della nuca, di colorito roseo, che tendono a scomparire
spontaneamente con la crescita
c) Angiomi lateralizza6: rosso violacei, con superficie spesso rilevata
che dà una sensazione granulosa al tatto, costituiscono le forme maggiormente
antiestetiche, soprattutto se di grandi dimensioni, e sono di difficile
trattamento.
BOCCHERUOLA O PERLECHE: è un'intertrigine (vedi) di natura fungina o
virale che si manifesta in corrispondenza della commissura delle labbra.
BOLLA: è una raccolta sierosa emisferica, a consistenza tesa o molle,
bene delimitata, a contenuto limpido di colore giallastro, che può comparire
anche su pelle sana preceduta da una sensazione di prurito locale.
BROMIDROSI: vedi «iperidrosi».
“C”
CALLO: è un ispessimento, per lo più circoscritto e rotondeggiante,
dell'epidermide («ipercheratosi circoscritta»), frequente soprattutto alle dita
dei piedi e sul palmo delle mani, come conseguenza di prolungati sfregamenti
contro un corpo solido (scarpe strette e rigide, strumenti di lavoro). Alla
sommità della zona ipercheratosica è per solito rilevabile un piccolo cono assai
doloroso al contatto, che si approfonda con il suo apice verso il derma.
CHELOIDE: è una proliferazione esuberante di connettivo giovane che
consegue alla formazione di una cicatrice post-traumatica od anche chirurgica,
di colorito dal roseo al rosso vinoso, compatta, talora sensibile alla
palpazione, di aspetto lineare o stellare, decisamente rilevata rispetto alla
cute normale che la circonda.
CHEILITE: infiammazione delle labbra, a carattere acuto o con tendenza
cronicizzante, da causa batterica od anche di natura allergica (per uso di
rossetti scadenti).
CHERATOSI: ispessimento dello strato epidermico della cute in zone
limitate; può essere di tipo senile (al volto o al dorso delle mani), di natura
tossica o come conseguenza di pregresse dermatosi (soprattutto nel caso della
psoriasi).
CISTI: sono piccole formazioni sottocutanee rotondeggianti e non dolorose
che si possono riscontrare tanto al volto come sul cuoio capelluto.
Si distinguono in:
a) Cisti cornee (o «grani di miglio»), assai piccole, numerose,
biancastre e consistenti, diffuse soprattutto al viso
b) Cisti sebacee: tumefazioni rotondeggianti e mollicce, bene delimitate,
situate per lo più in zone seborroiche, alla cui sommità è spesso rilevabile un
orificio ombellicato, chiuso da un punto nero.
CLOASMA: è una pigmentazione a chiazze brune ed a contorni irregolari che
colpisce il viso di talune donne in gravidanza (anche se interrotta),
soprattutto alle tempie, sulle guance e sul mento.
COMEDONI: sono punti neri che si formano allo sbocco cutaneo di una
ghiandola sebacea specie nelle pelli grasse e seborroiche o sulle manifestazioni
acneiche. Sono dovuti alla deposizione, sul sebo, di detriti atmosferici (smog,
polveri, etc.).
COUPEROSE: dilatazione dei piccoli vasi dermici («teleangectasie») con
sede prevalente sulle regioni zigomatiche, con carattere di bilateralità e di
simmetricità.
”D”
DERMATITE:
alterazione di tipo infiammatorio che colpisce la cute con interessamento
soprattutto dello strato dermico.
DERMATOSI: sono alterazioni dermatologiche di riscontro abbastanza
frequente nella pratica quotidiana, in cui si associa comunemente una
vasodilatazione delle arteriole e dei capillari dermici ad una desquamazione di
vario tipo: quest'ultima è l'espressione clinica di uno stato di sofferenza -
primitiva o secondaria a cause tossiche - dell'epidermide.
DISCROMIA: manifestazione di alterata colorazione epidermica (v. acromia).
DISIDROSI: è una particolare dermatosi che si manifesta soprattutto alle
dita delle mani e dei piedi, caratterizzata dalla comparsa di molte vescicole
epidermiche, fortemente pruriginose, che si risolvono successivamente lasciando
una zona di desquamazione di aspetto circolare.
Esistono:
a) Disidrosi acute rilevabili soprattutto nei giovani, che si infettano
rapidamente e conseguono, di solito, ad allergie da contatto
b) Disidrosi croniche di riscontro più frequente, che evolvono a poussées
successive, della durata di anni, lasciando zone fortemente ipercheratosiche
c) Disidrosi stagionali presenti soprattutto in primavera ed in estate,
la cui comparsa è influenzata tanto da fenomeni di ipersecrezione sudorifera
quanto da manifestazioni neuropsichiche.
“E”
ECCHIMOSI:
stravaso sanguigno, per lo più di origine traumatica, che infiltra cute e
sottocute dando la caratteristica colorazione dapprima violacea, quindi
verdastra e da ultimo giallastra: ha una risoluzione spontanea nel giro di 6-8
giorni.
ECZEMA: è certamente la manifestazione dermatologica più frequente ad
osservarsi; tuttavia, ancor oggi, risulta difficile darne una definizione
precisa ed onnicomprensiva di tutte le varietà che si possono riscontrare, in
quanto il meccanismo intimo scatenante la reazione cutanea è particolarmente
complesso da inquadrare e, si pensa, fa intervenire parecchi tipi di reazioni
immunologiche fondamentali. Anche sotto l'aspetto clinico, infatti, l'eczema si
manifesta nei modi più disparati, con prurito, arrossamento, edema, comparsa di
vescicole, desquamazioni, croste, etc. Le cause che ne scatenano la comparsa
sono invero molto numerose: chimiche, fisiche, allergiche, alimentari,
parassitarie, tossiche, digestive, neurovegetative, etc.
In Estetica rivestono particolare significato le seguenti forme: a) L'eczema del
collo, che nella donna è provocato dall'ipersensibilità nei confronti del
contatto prolungato con monili, pellicce, cosmetici allergizzanti
b) L'eczema delle areole mammarie: che sembra riconoscere cause endocrine
c) L'eczema delle mani e dei piedi, soprattutto generato dal contatto con
detersivi e saponi
d) L'eczema palpebrale e labiale, della cui genesi sono responsabili
mascara, rossetti, ombretti o creme verso cui chi ne soffre presenta una
spiccata iperreattività.
EDEMA: è una tumefazione, circoscritta o diffusa, senza alcun carattere
infiammatorio, di consistenza assai variabile dal molliccio al teso, che
interessa cute e sottocute, raramente dolente, causata da imbibizione dei
tessuti da liquido intercellulare che vi ristagna in quantitativi abnormi, non
potendo venire veicolato altrove per insufficienze circolatorie da cause
meccaniche o funzionali.
Dapprima appare come una salienza cutanea rossa e dolorosa, circondata da un anello edematoso; quindi mostra alla sua sommità un punto giallastro (cencio necrotico), che si apre all'esterno dando luogo alla fuoriuscita di materiale purulento: ne residua una cavità che guarisce in qualche giorno lasciando una cicatrice.
“G”
GELONE:
vedi «eritema pernio».
GRANULOMA: nodulo sottocutaneo duro e scarsamente dolente, di solito
esito di un processo infiammatorio locale. I1 tipo più comune ad osservarsi è
quello delle natiche, come reliquato di iniezioni intramuscolari, il cui
liquido, di difficile assorbimento, ha creato la reazione infiammatoria.
”H”
HERPES:
nella sua varietà banale («herpes simplex») e più comune, è un'affezione di
origine virale che provoca - dopo un certo periodo di prurito e bruciore locale
- la comparsa dapprima di chiazze eritematose e quindi di vescicole contenenti
un liquido giallo citrino. Trova localizzazioni tipiche sul contorno delle
labbra e delle narici; ne facilitano la comparsa, per abbassamento delle difese
locali, gli stati di stress ed i periodi di surmenage psico-fisico, così come
può comparire saltuariamente nel corso del ciclo mestruale o dopo prolungata
esposizione alla luce solare.
HERPES ZOOSTER: noto ai più con la dicitura di «fuoco di Sant'Antonio», è
una malattia di origine virale dovuta allo stesso virus che provoca la varicella
ai bambini. Si presenta con una serie di chiazze arrossate e sovrastate da
vescicole, che compaiono dopo qualche ora o dopo qualche giorno di dolori
lancinanti distribuite lungo il decorso di determinati nervi (intercostali,
trigemino, etc.).
“I”
IDROSOADENITE:
è una caratteristica forma infiammatoria che colpisce le ghiandole
sudoripare delle ascelle e che spesso si complica con infezione degli apparati
pilo-sebacei locali, determinando la comparsa di arrossamenti e tumefuioni assai
dolorose al minimo movimento del braccio. Causa ne è la scarsa pulizia ascellare
associata ad eccessiva sudorazione ed all'uso di deodoranti di scadente qualità,
soprattutto se confezionati in stick a componente grassosa.
IMPETIGINE: è una dermatosi microbica tanto da streptococchi quanto da
stafilococchi, molto contagiosa, comune soprattutto nei bambini e nei giovani.
Si presenta sotto forma di piccole pustole a contenuto torbido (particolarmente
al viso ed attorno agli orifizi naturali), che si aprono rapidamente, lasciando
crosticine giallastre.
INTERTRIGINE: detta anche «eczema delle pieghe», è una lesione
simmetrica, di tipo rosso-violaceo, spesso trasudante e perciò complicata da
processi macerativi della cute circostante, che si manifesta, particolarmente
nei soggetti obesi e diabetici, nelle grandi pieghe dell'inguine, nei solchi
sotto-mammari, alle ascelle e così via; spesso si complica per l'associazione di
fenomeni infettivi (stafilococchi) o micotici (candida albicans).
IPERIDROSI: così si definisce una sudorazione anormalmente abbondante
anche in condizioni di riposo, estrinsecantesi soprattutto alle mani ed ai
piedi, alle ascelle ed al collo. Quando il sudore, oltre a risultare eccessivo,
assume anche un odore particolarmente sgradevole, si parla di «bromidrosi».
IPERTRICOSI: sviluppo anomalo di formazioni pilifere in zone (mento,
labbra, braccia, gambe) normalmente glabre o quasi nella donna; ne sono soggette
particolarmente le appartenenti alle razze mediterranee, con colorito cutaneo
bruno e capillizio nero.
ITTIOSI: anomalia, quasi sempre congenita, a seguito della quale la pelle
è diffusamente o totalmente secca, con desquamazioni e screpolature abbondanti.
“L”
LENTIGGINI:
sono piccoli elementi ben delimitati ed in rilievo rispetto alla cute
circostante, di colore variabile dal giallo-bruno al bruno molto scuro, spesso
raggruppate fra di loro e diffuse dovunque sul corpo. Si differenziano dalle
efelidi perché queste ultime sono pianeggianti, localizzate solo al volto ed in
aumento dopo esposizione alla luce solare.
LIPOMA: tumore benigno sottocutaneo di dimensioni assai variabili (da un
pisello ad un uovo ed anche più), costituito esclusivamente da tessuto adiposo.
LUCITE: manifestazione cutanea di tipo eritematoso che si verifica
soprattutto nelle zone abitualmente scoperte del corpo dopo esposizione più o
meno prolungata all'effetto dei raggi solari; spesso dopo assunzione di farmaci
ad azione notoriamente fotosensibilizzante (antibiotici, tranquillanti, etc.).
“M”
MELANODERMIA:
colorazione cutanea ipercromica più o meno diffusa, soprattutto sulle parti
scoperte del corpo, e costituita da macchie bruno-scure. Ha origine endocrina
(da insufficienza surrenale), metabolica (nel diabete e nella cirrosi epatica) o
tossica (da avvelenamento arsenicale).
MELANOMA: tumore cutaneo per solito di piccole dimensioni, a superficie
liscia, costituito da una iperpigmentazione circoscritta che arriva ad assumere
tonalità dal marrone scuro al nero, generalmente di tipo benigno. Può
presentarsi in ogni parte del corpo. Esiste anche in forma maligna («melanocarcinomau):
da asportare chirurgicamente per non incorrere nella frequente possibilità
di metastatizzazione diffusa e rapidissima anche dopo intervento tecnicamente
accurato.
Micosi: infestazione fungina della cute in continuo aumento grazie all'abuso di
sostanze medicamentose, che, abbassando le difese organiche dei tegumenti,
creano un «habitat» migliore per lo sviluppo dei parassiti.
MONILIASI: così si definisce un'infestazione fungina da «Candida albicans»,
ospite abituale (ed innocuo), ovviamente in quantità limitate, di molte cavità
corporee, dalla bocca alla vagina. Allorché si rompe l'equilibrio fisiologico
fra l'ospite fungino ed il terreno d'impianto (come accade in seguito a malattie
defedanti), lo sviluppo delle colonie parassitarie diventa patologico e
determina l'insorgenza della malattia.
“N”
NEVO: è il nome tecnico del «neo», macchia scura, nera o bluastra («nevo
blu») della cute, generalmente piana, a carattere benigno, singola o
raggruppata, che può comparire in ogni parte del corpo. Può accompagnarsi a
formazioni pilifere («nevo peloso»), presentare una superficie mammellonata («nevo
moriforme») o ricoprirsi di elementi cheratosici («nevo verrucoso»).
NODULO: è un infiltrato solido e circoscritto, generalmente indolore,
localizzato per lo più nel derma e nell'ipoderma. Di particolare significato
clinico sono quelli riscontrabili a carico delle mammelle.
“O”
ONICOCRIPTOSI:
è il termine scientifico con cui in podologia si definisce l'unghia incarnita.
ONICOGRIFOSI: processo di ipercheratosi ungueale per cui questa struttura
tende ad ispessirsi, ad acquistare una consistenza superiore a quella abituale
e, crescendo, a ripiegarsi anteroinferiormente al davanti del margine libero del
dito, a mo' di vero e proprio artiglio. Sede tipica ne sono le unghie
dell'alluce.
ONICOMICOSI: infestazione fungina del margine libero delle unghie
(soprattutto da «Tricophyton rubrum»), con formazione di chiazze rotondeggianti
ed opache che tendono ad infiltrarsi anche sul letto dell'unghia, sollevandola.
ONISSI: od onichia - è una infezione del
letto ungueale a livello della matrice.
ORTICARIA: manifestazione caratterizzata dalla comparsa subitanea di
rilievi cutanei arrossati e spesso assai pruriginosi, rotondeggianti, sparsi per
tutto il corpo. È una reazione allergica conseguente alla ipersensibilìzzazione
organica da cause diverse (alimentari, farmacologiche, da contatto e così via).
“P”
PAPULA:
è una lesione rilevata rispetto alla cute sana circostante, solida al tatto e
del tutto priva di contenuto liquido, di origine sia dermica che epidermica,
alla cui genesi stanno quasi costantemente fenomeni di ordine dismetabolico.
Perionissi: o perionichia (o «patereccio» o «giradito»), è un'infezione
delle parti molli del bordo ungueale.
PIEDE D'ATLETA: vedi «epidermomicosi».
PITIRIASI DEL CUOIO CAPELLUTO: nota anche come «forfora», è una
abbondante desquamazione secca sotto forma lamellare; in associazione alla
seborrea, diviene «forfora grassa». Riconosce cause endocrine e cause
circolatorie locali.
PITIRIASI VERSICOLOR: è una micosi epidermica squamosa dovuta ad un fungo
specifico - la «Malassezia purpurea> - di difficile coltivazione in vitro. Si
presenta con una serie di piccole chiazze acromiche biancastre, finemente
squamose, situate soprattutto sul dorso e sugli arti superiori, che si
evidenziano particolarmente dopo l'abbronzatura solare, in quanto le zone
coperte dal parassita non subiscono l'effetto dell'azione dei raggi UVA e
restano pertanto pallide.
POMFO: rilievo edematoso e circoscritto, quasi sempre pruriginoso, di
colorito rosso vivo, circondato da alone biancastro. È quasi sempre espressione
locale di una manifestazione allergica.
PSORIASI: è una dermatosi eritemato-squamosa particolarmente diffusa (in
media 3 soggetti su 1000), che rappresenta da sola i15% delle più comuni
affezioni dermatologiche. Non è contagiosa e colpisce entrambi i sessi più o
meno con l'identica frequenza. Non si sa nulla sulle sue cause originarie: sono
stati riscontrati fattori di familiarità, piuttosto che di ereditarietà vera e
propria; fattori infettivi (nei giovani vanno accuratamente ricercati possibili
«foci» oculari, tonsillari e dentari) e fattori nervosi (soggetti a temperamento
nevrotico-ansioso). Si presenta con chiazze eritemato-squamose lievemente
pruriginose, bene delimitate, in zone elettive particolari (gomiti, ginocchia,
mani, piedi, regione sacrale, etc.). I1 decorso della malattia ha per lo più
andamento cronicizzante, in cui si alternano periodi di notevole remissione
(quasi mai scomparsa) a poussées di sviluppo florido delle lesioni cutanee.
PUSTOLA: è un rigonfiamento dermo-epidermico a contenuto
torbido-puruloide, che compare in cute normale sia per infezione di un follicolo
pilo-sebaceo, sia per aggressione stafilococcica di una banale lesione
tegumentaria; ne esistono tuttavia anche di natura virale.
“R”
RAGADE: è una profonda fissurazione tegumentaria, spesso dolentissima,
che si manifesta nelle zone di passaggio fra cute e mucosa (attorno all'ano,
alla bocca, sul seno), ma anche nei polpastrelli delle dita. Le cause genetiche
sono ancora ignote.
RINOFIMA: così si definisce un naso dall'aspetto ipertrofico, arrossato
ed a superficie grossolanamente mammellonata, dovuto ad una alterazione delle
strutture vascolari dermiche locali associata ad infiammazione follicolare ed
ipertrofia delle ghiandole sebacee.
“S”
SEBORREA:
ipersecrezione sebacea che evidenzia una pelle lucida ed untuosa al tatto, con
l'aspetto «a buccia d'arancia» per l'abnorme dilatazione delle aperture
follicolari. Presente al viso ed al cuoio capelluto. Preferisce il sesso
maschile e riconosce come cause scatenanti un'alterazione della composizione
chimica del sebo per disordini secretivi endocrini e disturbi neuro-vegetativi.
SICOSI: è una micosi dermica (da Tricophyton), tipica delle zone della
barba, con chiazze desquamative a forma irregolare entro le quali il pelo
finisce per cadere, lasciando un'area glabra.
SQUAMA: raggruppamento di cellule epiteliali cornee in via di
eliminazione.
SUDAMINA: nota anche come «miliaria rubra», è una tipica dermatosi estiva
che predilige i soggetti con eccessiva traspirazione sudorale abituale; diffusa
particolarmente al corpo sotto forma di numerose microchiazzette rosse con al
centro una piccola vescicola. Ha evoluzione verso la scomparsa spontanea dopo
qualche giorno e senza necessità di cura; ne faciliterebbero la comparsa gli
stati febbrili elevati, l'esposizione prolungata al calore e talune medicazioni
occlusive non traspiranti per la cute.
“T”
TELEANGECTASIA: dilatazione dei piccoli vasi dermici che si presentano
come strie arrossate o violacee, di aspetto tortuoso ed aggrovigliato. Alle
guance sono responsabili della comparsa della «couperose»; ma sono molto diffuse
anche alle cosce ed alle gambe, dove costituiscono uno degli inestetismi più
frequenti ad osservarsi, associate alla cellulite ed a varicosità di una certa
importanza. È appunto il difetto circolatorio del settore venoso che,
determinando un ristagno di sangue nelle sottili strutture dermiche, ne provoca
la progressiva dilatazione con evidenziazione trans-cutanea; altra causa
favorente è anche una situazione «angiodisplastica», ovverossia da debolezza
congenita delle strutture parietali dei vasi stessi.
TIGNA: infestazione parassitaria del cuoio capelluto (da Tricophyton)
che mostra chiazze irregolari o rotondeggianti con forte desquamazione
epidermica, entro le quali i capelli appaiono detroncati alla base e commisti
alle spore del fungo che è causa della parassitosi.
“U”
ULCERA:perdita
di sostanza cutanea profonda che guarisce lasciando cicatrice.
USTIONI: lesioni cutanee dovute all'azione di agenti esterni di particolare
intensità termica.
Si distinguono in tre gradi:
- il primo comporta soltanto la presenza di un eritema locale doloroso
- il secondo associa all'eritema anche vescicole più o meno estese a contenuto
citrino
- il terzo determina la necrosi profonda dei tessuti colpiti.
“V”
VERRUCA: nella sua accezione più comune a riscontrarsi («verruca
volgare») è una protuberanza cutanea grigio-brunastra, ipercheratosica e
semisferica, bene delimitata rispetto alla pelle circostante, spesso anche
dolente, che insorge di preferenza nei soggetti giovani sul dorso delle mani ed
alle piante dei piedi, ma anche attorno alle unghie, sostenuta da un'infezione
virale. E un «contagio» che si prende frequentando piscine, palestre, campi
sportivi, docce pubbliche aperte alla comunità e quindi dai regolamenti igienici
approssimativi od approssimativamente osservati.
VESCICOLA: raccolta sierosa dermo-epidermica di piccole dimensioni, molto
fragile e pertanto facilmente secernente, spesso pruriginosa, dovuta ad un edema
locale, soprattutto dello strato malpighiano dell'epidermide, come conseguenza
di un'infezione virale.
VITILIGINE: è una dermite ipocromica che si manifesta con la comparsa
rapida ed improvvisa di macchie bianche (acromia da assenza di melanina) di
varie dimensioni e forma, sul viso, sulle mani, sul collo, sul tronco etc.
L'origine è del tutto ignota, anche se oggi si pensa che a provocarla siano
squilibri neuro-vegetativi in soggetti con temperamento nevrotico-ansioso.
Assolutamente non contagiosa né ereditaria.
“X”
XANTELASMA: noto anche con il termine di «xantoma», è una neoformazione tumorale dermica di assoluta benignità e di dimensioni assai variabili (da un grano di miglio ad una ciliegia), costituita da grosse cellule squamose particolarmente ricche di lipidi, ed in particolare di colesterolo, che ne condizionano la caratteristica colorazione giallastra che gli dà il nome (in greco: xantòs = giallo). Raramente isolata, si presenta diffusa soprattutto al tronco ed agli arti, ove si preferisce designarla con il termine di «xantoma», riservando quello di «xantelasma» per le sole piccole localizzazioni palpebrali, assai frequenti nelle persone anziane, soprattutto se hanno problemi di aumentato tasso colesterolico sanguigno.
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