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L'EIACULAZIONE FEMMINILE

L’eiaculazione non è una prerogativa soltanto maschile, ma riguarda anche la donna e prende il nome di squirting o gushing.
Si dice che già Aristotele nel I secolo a.C. e successivamente Galeno nel II secolo d.C. fossero a conoscenza dell’eiaculazione femminile, riferendosi alla fuoriuscita, dall’uretra della donna, di un fluido molto simile all’eiaculato maschile, durante la stimolazione sessuale o durante l’orgasmo; l’unica grande differenza consisterebbe nell’assenza di spermatozoi.
Nel 1981 un team di scienziati analizzò per la prima volta il liquido emesso dalla donna per appurarne la provenienza e la composizione e dall’analisi emerse che si trattava di un liquido del tutto diverso dall’urina e molto simile al liquido seminale maschile, contenente urea e creatinina, sostanze effettivamente contenute nell’urina, ma in più con un antigene specifico della prostata (PSA).
Il liquido viene prodotto da alcune ghiandole, denominate ghiandole di Skene o “prostata femminile” che fanno parte dell’apparato genitale femminile e sono situate in prossimità del meato urinario, che si riempiono durante l’attività sessuale, per poi svuotarsi con l’orgasmo. La grandezza e la quantità di queste ghiandole variano da donna a donna ed ecco perché l’eiaculazione non è raggiungibile da tutte con la stessa facilità.
Un recente studio condotto da un team di ricercatori francese dimostrerebbe come esistano due diversi tipi di fluidi che possono essere emessi durante l’orgasmo femminile, in uno dei quali sarebbero effettivamente presenti gli stessi enzimi che vi sono nell’eiaculato maschile.
Le ricerche in materia sono tuttavia limitate soprattutto per lo scarsissimo numero di soggetti osservati. Questo potrebbe essere legato alla bassa incidenza dell’eiaculazione femminile: si tratta, infatti, di un fenomeno che interesserebbe solo una piccola percentuale della popolazione femminile (circa il 10%), e gli studi effettuati sino ad ora hanno preso in esame un numero troppo ridotto di casi accertati per potere esprimere un giudizio scientifico valido.
È importante sottolineare, in ogni caso, che un orgasmo appagante dal punto di vista psico-fisico non dipende dalla presenza/assenza di eiaculazione ma dall’insieme di molti altri fattori. In più, c’è da dire che in seguito alla divulgazione di questi studi scientifici, l’aspetto altrettanto importante per una donna che abbia già avuto esperienza di eiaculazione femminile è che non sarà più vista come incontinente: moltissimi ginecologi hanno interpretato e probabilmente continuano ad interpretare il racconto di alcune donne come mera perdita di urina durante il coito.
Per questo, è apprezzabile e fondamentale l’ampliamento di ricerche sulla sessualità femminile, in generale fin troppo trascurata, e sull’eiaculazione femminile nello specifico, che possano permettere una completa conoscenza e una più sana e piacevole esperienza sessuale.

Redazione Nuovaitaliamedica

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