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LA PEDICULOSI DEL CAPO

La pediculosi è un'infestazione molto comune provocata dai pidocchi, piccoli parassiti di colore bianco-grigiastro che vivono solo sull'uomo e ne succhiano il sangue. Sono di dimensioni ridotte (da uno a tre millimetri) e depongono le uova attaccandole al fusto dei capelli o dei peli, sui quali si muovono facilmente grazie agli uncini posti sulle zampe.

L’infestazione predilige l’età tra i 5 e gli 11 anni, ma nessuna età è risparmiata, il sesso femminile, i capelli folti, più che lunghi (quindi non serve a niente tagliare a zero i capelli come una volta veniva fatto) e puliti. Molti pensano subito al binomio pidocchio-sporcizia, invece questi parassiti adorano i capelli puliti e profumati.

Oggi le infestazioni sono frequenti sia nei Paesi ricchi che in quelli in via di sviluppo e non c'è una correlazione stretta tra l'igiene personale, lo stato di pulizia degli ambienti casalinghi e la diffusione dei parassiti.

La trasmissione del pidocchio, poiché è incapace di volare o saltare, avviene quasi esclusivamente per contatto diretto testa-testa con capelli infestati di una persona e questo spiega perché siano colpiti principalmente i bambini ( con una incidenza elevata tra i 3 e gli 11 anni) per la facilità di contatto a scuola e nelle aree di gioco.

Meno frequente, ma da non trascurare del tutto, la trasmissione attraverso l’uso promiscuo e lo scambio di spazzole, pettini, fermagli per capelli, berretti, sciarpe, giubbotti con cappuccio oppure anche la vicinanza di soprabiti e cappelli sugli attaccapanni.

Il pidocchio vive da 1 a 2 mesi e si nutre esclusivamente di sangue umano per cui deve soggiornare vicino ai capelli anche perché “sta bene”.

Tuttavia bisogna tenere conto che il pidocchio, lontano dal capo, sopravvive solo poche ore (48-72), sia per la mancanza di nutrimento sia per le condizioni non favorevoli dell’ambiente.
Le femmine depositano le uova (lendini) che vengono fissate alla radice dei capelli a pochi millimetri dalla pelle grazie a una sorta di colla resistentissima.

Le prime punture del pidocchio non si sentono perché nella saliva c’è una sostanza che toglie la sensibilità.
Dopo qualche settimana di ripetute punture, la persona inizia a provare di prurito locale, inizialmente alla nuca e dietro alle orecchie, avvertendo così la presenza del parassita. Al prurito segue il trattamento con conseguenti “lesioni da trattamento” cioè ferite che possono complicarsi con infezioni che causano dolore e aumento dei linfonodi del cuoio capelluto e della nuca.
Un'accurata ispezione del cuoio capelluto è sufficiente per scoprire l'infestazione. Le più facili da individuare sono le lendini, che solitamente si ritrovano attaccate ai capelli della nuca e a quelli intorno alle orecchie Le uova sono attaccate alla radice dei capelli, dove le condizioni di temperatura e umidità sono più favorevoli alla schiusa e dove appaiono come puntini bianchi o marrone chiaro, di forma allungata, traslucidi, poco più piccoli di una capocchia di spillo
Si differenziano dalla forfora in quanto le lendini non si staccano dal capello quando lo si fa scorrere tra le dita, essendo tenacemente attaccate ad esso da una particolare sostanza adesiva.

La forfora, al contrario, è facilmente asportabile.
La diagnosi è più sicura se si utlizza un pettine con i denti molto vicini e fitti inserito alla base del capello e fatta scorrere con decisione fino alla punta.

Si esamina frequentemente il pettine per vedere se si è “catturato” il pidocchio. Quando in una famiglia si fa diagnosi
di pediculosi della testa, vanno esaminati accuratamente tutti i componenti della famiglia stessa.

Quando l'infezione viene accertata, si impone il ricorso a prodotti insetticidi. La pediculosi del cuoio capelluto è facilmente trattabile. In commercio esistono molti prodotti formulati come polveri aspergibili, shampoo, lozioni o spray. I principi attivi più utilizzati sono l'estratto di piretro o piretroidi di sintesi come la tretrametrina. Sono di solito sufficienti due applicazioni a distanza di otto giorni l’una dall’altra, per eliminare i parassiti usciti dalla schiusa delle lendini dopo il trattamento iniziale.

Tutti i farmaci hanno una, seppure minima, tossicità. Anche l’uso protratto che alcuni genitori fanno, spontaneamente o consigliati da qualche “esperto” può esporre a pericoli. Non esistono studi su terapie alternative: erbe, oli naturali, petrolio, cherosene.

I prodotti da utilizzare sono gli stessi per le diverse specie di pidocchi: sarà il medico a decidere la posologia e le modalità di utilizzo. Ogni disinfestazione di tipo ambientale è da considerarsi inutile.
In genere la prevenzione della pediculosi viene fatta insegnando le corrette pratiche igieniche, suggerendo di evitare la condivisione di pettini, spazzole, cappelli, sciarpe e indumenti.

L'igiene personale, compreso il regolare cambio degli indumenti, previene e combatte dunque l'infestazione da pidocchi, Naturalmente trasmissioni accidentali di pidocchi possono avvenire in molti altri modi, per esempio in locali pubblici o mezzi di trasporto particolarmente affollati, ma anche in maniera indiretta attraverso cuscini, imbottiture di sedie e poltrone, materassi, coperte, asciugamani, abiti, spazzole, pettini e tavolette del water nei bagni pubblici. Da un punto di vista epidemiologico, però, questi casi ricoprono una scarsa importanza, anche perché i pidocchi vivono poco al di fuori del loro habitat. Il meccanismo di trasmissione principale rimane dunque il contatto diretto.

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