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L’EDUCAZIONE SESSUALE E GLI ADOLESCENTI

comprende varie categorie

L'educazione sessuale è un termine generale che comprende varie categorie connesse all'educazione, in modo particolare l'anatomia degli organi genitali, la fisiologia dell'apparato genitale, l'atto sessuale, e tutti gli altri aspetti medici, psicologici, sociali e morali del comportamento sessuale umano. I tipici canali dell'educazione sessuale sono i genitori, i programmi scolastici e gli enti della salute pubblica.
Quando si entra nel periodo adolescenziale, ai molti cambiamenti individuali, si aggiungono modificazioni che investono tutta la famiglia. Infatti, i membri che ne fanno parte si influenzano reciprocamente e, nel momento in cui si è alle prese con un corpo che cambia repentinamente e si vivono emozioni forti e contraddittorie, genitori, fratelli e sorelle vengono inevitabilmente coinvolti.
Questo è un periodo difficile per tutti, ma ricco di potenzialità di crescita per ciascuno. Contrasti, conflitti, incomprensioni coinvolgono adulti e adolescenti in un confronto continuo.
Le richieste più frequenti da parte degli adolescenti, in questo periodo, riguardano l'autonomia e la definizione di nuovi "spazi", a cui nessun adulto abbia libero accesso. Scrivere il diario personale, come fanno specialmente le ragazze, o chiudersi nella propria stanza, sono esempi di queste nuove esigenze. Ci si innamora e si tenta di uscire dal "guscio" familiare. Si comincia a scoprire la propria sessualità e non sempre questa scoperta è vissuta serenamente. Gli adulti, spesso, provano più imbarazzo dei loro figli ad affrontare argomenti come la masturbazione, il rapporto sessuale, la contraccezione. Il pudore e la necessità di mantenere la propria privacy spingono ragazze e ragazzi a cercare al di fuori della famiglia le risposte ai propri dubbi e alle proprie curiosità. Sembra, infatti, che siano gli amici i "veicoli" privilegiati dell'informazione sul sesso, che assai spesso però è inesatta, distorta o, quanto meno, insufficiente.
Basterebbero, forse, una maggiore disponibilità all'ascolto e la possibilità, anche per i genitori, di avere appropriate informazioni e di approfondire le problematiche di rapporto con i figli, per superare le barriere comunicazionali sui temi della sessualità. Certe famiglie, che per pigrizia, imbarazzo o tabù, scelgono di non informare i figli sui pericoli e sulle gioie del sesso.
Forse l’educazione sessuale, e con questo intendo la conoscenza anche delle gioie e non solo dei dolori del sesso, andrebbe sì fatta con mezzi all’avanguardia e molto diffusi tra i giovani, come internet, ma andrebbe anche condotta già a partire dai veri giovanissimi, quando questi si affacciano al resto del mondo.
Ovviamente ogni età dovrebbe ricevere informazioni con un linguaggio consono: i primi approcci dovrebbero essere delicati e cauti, per diventare più diretti man mano che il giovane cresce.
Parlare di educazione sessuale non significa ‘addestrare’, ma ‘allenare a pensare, a ragionare, a comunicare, a mettersi in relazione’ . Non vi sono norme da trasmettere, ma un aiuto a valorizzare la dimensione sessuale di ciascuno e a creare un terreno favorevole per cui ognuno possa costruirsi il proprio progetto esistenziale nella libertà e responsabilità, intesa come consapevolezza delle conseguenze delle proprie scelte e rispetto della libertà dell’altro.

REDAZIONE NIM

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