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LA CONTRACCEZIONE: L’anello vaginale

L’anello vaginale è uno dei contraccettivi femminili di ultima generazione. Approvato dalla Food and Drug Administration nel 2001, rappresenta una valida alternativa alla consueta pillola anticoncezionale.
Dall’introduzione sul mercato nel 2002 le vendite di questo nuovo contraccettivo che si usa una volta al mese sono aumentate significativamente anno dopo anno – da 6 milioni di euro nel 2002 a 216 milioni di euro alla fine del 2006.
Si tratta di un anello flessibile, trasparente ed incolore, in materiale plastico, atossico e biocompatibile che rilascia una piccola quantità di due ormoni sessuali femminili: etonogestrel e etinilestradiolo.
Poiché le quantità che vengono rilasciate quotidianamente sono molto basse, l’anello viene considerato un contraccettivo a basso dosaggio ormonale.
La funzione è la medesima della pillola: il dispositivo agisce inibendo l’ovulazione e modificando il muco cervicale, in modo da rendere difficoltosa la risalita degli spermatozoi.
Non essendoci rilascio delle cellule uovo, non è possibile l’instaurarsi di una gravidanza.
L’anello deve essere inserito in vagina come si inserisce un assorbente interno e rimosso dopo 3 settimane; nella successiva settimana di sospensione del suo utilizzo si manifesta il sanguinamento vaginale ( quello che viene definito, in maniera impropria, “ciclo mestruale” ). L’anello non viene minimamente percepito, neanche durante i rapporti sessuali, che peraltro non lo spostano dalla sua sede. Rispetto alla pillola, presenta diversi vantaggi, quali la somministrazione ormonale più bassa, la garanzia dell’efficacia contraccettiva anche in caso di vomito o diarrea ed inoltre gli ormoni vengono assorbiti direttamente dalle pareti vaginali senza passare dall’assorbimento epatico. Gli effetti collaterali possono essere emicrania, nausea, dolori addominali e comunque tutti quelli normalmente riferibili all’assunzione di contraccettivi ormonali.


L’anello contraccettivo copre i rischi di gravidanza ma non il rischio di esposizione alle malattie sessualmente trasmesse, per cui e’ consigliabile nei rapporti occasionali accompagnarlo sempre all’uso del preservativo.

Non va bene per le fumatrici che hanno più di 35 anni, per chi ha un prolasso vaginale (perché può scivolare fuori) o ha avuto malattie del fegato oppure, ancora, è predisposta ad alterazioni della coagulazione del sangue.
Il ginecologo provvederà comunque a prescrivere gli esami del sangue necessari per accertare l’idoneità della donna all’utilizzo del dispositivo ormonale.

redazione Nuova Italia Medica

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