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LINFOGRANULOMATOSI

Il linfogranuloma venereo è una malattia a trasmissione sessuale causata da alcuni sierotipi del batterio Chlamydia trachomatis che hanno la capacità di invadere i linfonodi inguinali e riprodursi. Si tratta di una malattia cronica abbastanza rara in Europa ma endemica in alcune zone di Africa, India, sud-est Asiatico, sud America e Caraibi.
Il contagio avviene attraverso piccoli abrasioni o taglietti della pelle e delle mucose durante i rapporti anali, vaginali ed orali.
Dopo un periodo di incubazione di circa 3 giorni, il linfogranuloma venereo si presenta come una piccola papula o foruncolo e può causare un'ulcerazione della cute sovrastante; talvolta i sintomi sono quelli di un'infiammazione delle vie urinarie. La guarigione è così rapida da farla passare inosservata.
Dopo 2-4 settimane, il linfogranuloma venereo provoca un ingrandimento bilaterale dei linfonodi inguinali dolenti al punto che talvolta obbligano il paziente a camminare curvo per il dolore; ci sono febbre, malessere generale, tosse e mal di testa.
Nelle donne, sono comuni il dolore alla schiena o alla pelvi; la lesione iniziale può presentarsi a livello della cervice o della porzione vaginale alta. In alcuni casi, questo comporta l'infiammazione dei vasi linfatici pelvici e lo sviluppo di fistole da cui può fuoriuscire materiale purulento o sangue.
Negli uomini possono presentarsi, invece, proctite o proctocolite, con scariche rettali purulento-sanguinolente. Nelle fasi croniche, quest'ultima condizione simula la malattia di Crohn e può causare tenesmo e stenosi del retto.

Dopo poche settimane le ghiandole ingrossate scoppiano facendo uscire pus e lentamente le ferite guariscono lasciando profonde cicatrici. In altri casi questa seconda fase avviene nell’ano e quindi ci sono prurito, ulcere anali, dolore e perdite di liquido o pus, febbre, disturbi intestinali.
La diagnosi è clinica, ma è possibile avere la conferma di laboratorio mediante metodiche sierologiche o di immunofluorescenza, usando diversi test di sangue o test eseguiti sul liquido che trasuda dalle ulcere . Il linfogranuloma venereo va sospettato nei pazienti con ulcere genitali, linfonodi inguinali di dimensioni aumentate o proctite.
La malattia si cura con cicli di antibiotici per tempi lunghi e, in qualche caso, si deve ricorrere alla chirurgia per le complicanze. Il trattamento si avvale della somministrazione di doxiciclina, tetraciclina o eritromicina per 21 giorni.
Se la malattia non viene curata con antibiotici entriamo nel terzo stadio dove si osserva la ricomparsa di ulcere genitali accompagnate da cicatrici che portano, dopo anni, a gonfiore cronico degli organi genitali e restringimenti dell’ano.
E’ necessario astenersi dai rapporti sessuali sino alla fine della terapia per evitare una seconda infezione ed avvisare tutti i partner con cui si sono avuti rapporti sessuali nel mese precedente alla comparsa dei primi sintomi. Per prevenire il contagio è ovviamente sempre indicato l’uso del preservativo, anche se la protezione, in questo caso non può essere considerata totale.

Redazione Nuovaitaliamedica

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