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Tumore alla prostata

Il tumore più frequente dell'uomo dopo i 70 anni.

Fino ad oggi si riteneva che il tumore prostatico derivasse da una serie di mutazioni genetiche casuali. Uno studio pubblicato qualche settimana addietro sulla rivista "Science" ad opera di alcuni ricercatori americani dal titolo «Recurrent fusion of TMPRSS2 and ETS transaiption factor genes in prostate cancer>, per la prima volta, suggerisce che il tumore prostatico inizi dopo precise fusioni genetiche, in grado di formare una sorta di mostro a due teste. I ricercatori hanno evidenziato queste alterazioni genetiche in circa l'80 % dei cancri prostatici esaminati.
A1 contrario nessuna di tale anomalia è stata riscontrata nei 5o tessuti prostatici non neoplastici e affetti solo da ingrossamento della prostata (ipertrofia prostatica benigna). La scoperta si preannuncia di notevole interesse in quanto potrebbe finalmente consentire di dividere il cancro prostatico, che adesso è trattato come una unica
Due cellule del cancro della prostata fotografate al microscopio elettronico
malattia, in tipi differenti, al fine di personalizzare la terapia. Insomma, riuscendo ad effettuare questa diagnosi differenziale tra ogni singolo tumore, si potrebbero curare tempestivamente le malattie pericolose e più aggressive, senza trascurarne nemmeno una e. contemporaneamente, evitare trattamenti inutili e quindi anche gli effetti collaterali come incontinenza urinaria e impotenza sessuale, spesso associati all'intervento, a tutti quei soggetti che non ne avrebbero bisogno. E' probabile quindi che in futuro il tumore prostatico si possa considerare come il cancro mammario, trattato diversamente a seconda che esso produca determinate proteine o risponda a determinati ormoni. Si spera che le ricadute pratiche ci siano almeno entro 10 anni.
Intanto le ricerche sono state allargate anche in un'altra direzione. Arul Chinnaiyan del Dipartimento di Patologia dell'University del Michigan Medical School e responsabile dello studio, assieme ai suoi collaboratori cercano di individuare queste alterazioni genetiche anche nel sangue e nelle uri-ne. al fine di sviluppare test diagnostici più accurati da affiancare al Psa. Ogni anno in Italia sono circa 2 mila con 3500 decessi. Questi dati ne fanno il tumore più frequente dell'uomo dopo i 70 anni.


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